Messina dice "No" al diritto d'onore: il 13 luglio l'evento “… Ci vuole cuore…” a Palazzo Zanca
Martedì 13 luglio, alle ore 10.30, nel transatlantico di Palazzo Zanca sarà possibile assistere alla performance dal titolo “… Ci vuole cuore…” del collettivo GAS e Marina La Rosa, presenti all’appuntamento con un gesto simbolico per dire no al delitto d’onore, una pratica ancora molto diffusa in tanti paesi. All’iniziativa, curata dall’esperto comunale di arte contemporanea Alex Caminiti e promossa dall’Assessore alle Pari Opportunità Laura Tringali, prenderanno parte il Vicesindaco Carlotta Previti, e gli Assessori Alessandra Calafiore e Dafne Musolino, per condividere un momento di riflessione sulla dignità, sull’uguaglianza e sulla sicurezza della donna. “La maggior parte dei delitti d’onore avviene nelle zone rurali pakistane del Sindh, dove nella lingua urdu il delitto viene chiamato Karo Kari, karo sta per uomo nero e kari per donna nera, il colore nero è molto evocativo poiché fa riferimento alla corruzione morale. Si tratta di una regione caratterizzata ancora da un sistema feudale, dove non sono i giudici e le leggi nazionali a regolare la giustizia, bensì la “jirga”, ossia l’assemblea dei leader comunitari, proprietari terrieri che si sostituiscono allo Stato. Vittime di questo sistema sono anche gli uomini, sebbene in misura molto inferiore”, si legge nella nota.
“Attraverso l’happening gli artisti per l’occasione dipingeranno al momento con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico in merito ai delitti d’onore consolidati nella cultura pakistana a tal punto da non essere né denunciati e né puniti, ma mascherati come incidenti, e più in generale a riflettere su una delle piaghe più diffuse nella società, in cui le donne si trovano di fronte a uomini prevaricatori e violenti che agiscono e si nascondono molto spesso tra le mura domestiche, luoghi nei quali si manifestano i maggiori casi di violenza perpetrata alle donne. Sul tema si è pronunciata anche la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, concentrandosi dapprima sulla violenza contro le donne e, solo in seguito, sul delitto d’onore. La prima conferenza mondiale sulla condizione della donna venne organizzata a Città del Messico nel 1975, in coincidenza con l’Anno Internazionale delle Donne, celebrato per ricordare alla comunità internazionale che la discriminazione nei confronti delle donne continuava ad essere un problema in gran parte del mondo. A seguire quella di Copenaghen nel 1980, nella quale i governi approvarono la Convenzione internazionale contro ogni forma di discriminazione verso le donne (Cedaw); nel 1985 la terza Conferenza di Nairobi approvò il piano d’azione “Strategie future per l’avanzamento delle donne”; la quarta a Pechino nel 1995, sino alla quinta Conferenza Onu sulle donne tenutasi nel 2005 a New York, dove gli Stati membri si sono impegnati ad incrementare gli sforzi, specialmente da parte dei paesi più sviluppati, affinché in ogni parte del mondo le donne possano godere pienamente delle loro libertà e diritti fondamentali”, conclude il comunicato.