L'Iran nemico delle donne si inventa un Tinder islamico
Tutto il mondo è Paese. Ma ogni Paese ha la sua mentalità e se parliamo di Iran parliamo più che di "cultura" di un regime religioso che si occupa non solo della vita pubblica dei suoi cittadini ma anche di quella privata.
Così il governo persiano ha ben pensato di creare un'app di incontri "nel rispetto della legge e tradizione islamica". Una notizia che nel 2021 mette i brividi.
Si tratta di una specie di Tinder, ma ovviamente non per promuovere la libertà sessuale (sia mai) ma per incentivare "matrimoni sani". In Iran come in Occidente si registra un consistente calo delle nascite e contemporaneamente un crescente tasso di divorzi. Così le autorità governative hanno presentato questo progetto che consiste in un'applicazione che si chiama 'Hamdam' (partner).
E' stata lanciata ieri e sponsorizzata ovviamente dalla Tv di Stato con l'obiettivo di facilitare "matrimoni duraturi e consapevoli" tra i giovani. La persona, il suo sviluppo emotivo e sociale, la sua felicità in regimi totalitari come questo non sono contemplati. Ogni persona è un tassello. Il bene a cui tendere è quello della Nazione. Punto.
Questo servizio permette agli utenti di "cercare e scegliere il consorte".
Ovviamente questa è l'unica piattaforma del genere autorizzata dalla Repubblica islamica. Lo ha spiegato il capo della polizia che si occupa del controllo del web, Ali Mohammad Rajabi: tranne Hamdam le altre sono tutte illegali.
Come in tutti i regimi di questo tipo non mancano le teorie complottiste al limite del ridicolo. Komeil Khojasteh, a capo dell'Istituto Tebyan che ha sviluppato la app, ha spiegato in diretta Tv che forze esterne non precisate minacciano i valori della famiglia. "La famiglia è il bersaglio del diavolo e i nemici dell'Iran cercano di imporre le loro idee" a riguardo, ha denunciando Khojasteh durante l'evento di presentazione di Hamdam, che a suo dire ha invece lo scopo di creare "famiglie sane".
Ma non è tutto. Non basta iscriversi. Non tutti infatti potranno accederci. I potenziali utenti a caccia dell'anima gemella devono verificare la loro identità e passare un test psicologico prima di potersi iscrivere.
La app a questo punto "procede con la presentazione delle rispettive famiglie alla presenza di un consulente" del servizio, che "accompagnerà" la coppia per i quattro anni successivi al matrimonio.
Almeno è gratis. Registrarsi è gratuito, in quanto Hamdam ha "un modello di ricavi indipendente", si legge sul sito dove non si forniscono ulteriori spiegazioni.
Secondo Amnesty International, nel suo rapporto del 2019, "le donne hanno continuato ad affrontare una radicata discriminazione sia nell’ambito del diritto di famiglia sia del codice penale, in relazione a questioni come matrimonio, divorzio, impiego, eredità e assunzione di cariche politiche. Le autorità non hanno ancora inserito nel codice penale il reato di violenza contro donne, compresa la violenza domestica e i matrimoni precoci e forzati, che sono rimasti una pratica diffusa. La magistratura ha indebolito un progetto di legge lungamente atteso per proteggere le donne contro la violenza, che a settembre è stato rivisto e mandato alla commissione affari legislativi del governo per un ulteriore riesame. Le autorità hanno intensificato il loro giro di vite nei confronti di attiviste per i diritti delle donne impegnate in campagne contro la legge discriminatoria che prevedeva l’obbligatorietà del velo, condannandone alcune a pene detentive e alla fustigazione per accuse come “promozione e favoreggiamento della corruzione e della prostituzione” e per avere incoraggiato lo “svelamento”. Ad aprile (2019), le autorità di polizia hanno inviato un messaggio telefonico alle donne accusate di aver tolto l’hijab mentre erano alla guida di un veicolo, convocandole per ritirare un avviso ufficiale secondo il quale le loro auto sarebbero state sequestrate se lo avessero fatto nuovamente".
I diritti delle donne oggi: Durante i primi tre parlamenti dopo la rivoluzione del 1979, tre dei 268 seggi - l'1,5% - erano detenuti da donne. Oggi ci sono 17 donne tra le 271 persone in parlamento. Le donne in parlamento hanno ratificato 35 progetti di legge riguardanti le questioni femminili. Secondo il Financial Tribune, le donne costituiscono meno del 10% dei membri del parlamento in Iran, anche se "le donne hanno oscurato per anni gli uomini nell'istruzione superiore".
Dal 1983 è obbligatorio per la donna l'uso del velo. Molte donne adempiono a quest'obbligo indossandolo a loro piacimento, insieme a vestiti considerati occidentali a patto che essi siano a maniche lunghe e di tessuto non eccessivamente aderente
L'unica nota positiva: nell'Iran moderno, il divorzio può essere ottenuto sia da uomini che da donne e la custodia dei bambini è data alle donne.
Per capire l'Iran di ieri e di oggi vi consigliamo una lettura imprescindibile: Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi