Save the Children: in Italia nel 2020, più di 1 ragazza su 4 non studiava né lavorava (15/07/2021)
Questa la denuncia di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione della partecipazione al Women-20 Summit, la tre giorni di incontri e dibattiti dedicati all’empowerment femminile, che si chiude oggi a Roma, e che per la prima volta ha avuto una sessione dedicata ai diritti delle bambine e delle ragazze, con l’ascolto delle loro richieste e testimonianze.
«Essere riusciti oggi a portare al Summit Women 20 la voce delle bambine e ragazze e avere una sessione dedicata interamente a loro, ci riempie d’orgoglio e di speranza affinché la lotta alla discriminazione e agli stereotipi di genere possa diventare presto un argomento centrale nell’agenda politica. Solo se si daranno opportunità alle bambine di oggi, potremo avere una generazione di donne consapevoli e protagoniste dello sviluppo sociale ed economico domani. Perché ciò avvenga, è necessario che i capi di Stato e di Governo del G20 diano priorità all'istruzione nei loro piani di ripresa, incrementando gli investimenti per colmare il gap tra le ragazze e i loro coetanei maschi, sostenendo al contempo il loro diritto ad una partecipazione significativa alla vita pubblica», ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, che interverrà all’evento del W20.
«Occorre dare una risposta immediata ai 132 milioni di bambine che già prima della pandemia non avevano la possibilità di andare a scuola e alle tante altre che, nell’ultimo anno, si sono aggiunte a questo esercito silenzioso e sterminato. Oggi siamo qui per rappresentare ognuna di loro, per farle uscire dall’ombra, con determinazione e tenacia, quelle stesse qualità che tante dimostrano di possedere fin da piccole e che dobbiamo coltivare e rafforzare. Occorre intervenire immediatamente con azioni coordinate e strutturate a livello globale per assicurare il diritto ad un’istruzione di qualità, garantendo alle bambine e alle ragazze le stesse opportunità educative dei loro coetanei maschi. A questo scopo è necessario delineare un preciso quadro di obiettivi e responsabilità chiari, sostenuti da un supporto tecnico e finanziario».
L’Organizzazione sottolinea come in tutto il mondo, le ragazze e le giovani donne rappresentano il 59% dei giovani analfabeti, con divari di alfabetizzazione di genere più ampi in Africa subsahariana, Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale.
Nei paesi a basso reddito, per ogni 100 giovani uomini che completano la scuola secondaria, solo 69 giovani donne riescono a raggiungere lo stesso traguardo.
In occasione del W20, Save the Children diffonde le testimonianze di ragazze in Italia e in altri paesi del mondo, che riportano come nella quotidianità discriminazione e stereotipi di genere persistano ancora oggi in ogni angolo del pianeta, influenzando la loro intera vita fin dall’infanzia, violando i loro diritti, limitando le loro aspirazioni e le loro opportunità future di contribuire allo sviluppo delle comunità nelle quali vivono.
Tra le testimonianze raccolte da Save the Children emerge il tema del rischio di matrimoni precoci, sfruttamento lavorativo e gravidanze in giovane età ai quali sono esposte bambine e ragazze costrette ad abbandonare la scuola.Si stima che nel mondo siano circa 650 milioni le ragazze e le donne costrette a sposarsi in minore età. I tassi più alti di matrimoni precoci si registrano nella regione dell'Africa sub sahariana, Asia Meridionale, America Latina e Caraibi. Secondo le stime, la crisi Covid-19 porterà ad un aumento del rischio di matrimonio precoce per 10 milioni di bambine e ragazze entro il 2030.