Reddito di cittadinanza tolto alla paladina dei diritti umani: è apolide - Cronaca
Pavia, 29 luglio 2021 - Una volta uno spot pubblicitario recitava che una telefonata ti cambia la vita. Ad Adelina Sejdin non ha cambiato la vita, ma le ha rovinato la giornata. Al telefono la donna, ex prostituta, che ha denunciato i suoi sfruttatori, li ha fatti arrestare e ha aiutato tantissime donne a ribellarsi, ha saputo che il reddito di cittadinanza che percepiva le era stato sospeso. E Adelina è sprofondata nella disperazione perché è l’unica sua fonte di sostentamento. "Con il reddito di cittadinanza mi compro da mangiare - dice Adelina -, pago l’affitto e le bollette.
Non ho altro, non posso lavorare e, per spostarmi devo servimi dei taxi, non posso camminare". Una vita di battaglie quella di Adelina, prima quella contro i suoi sfruttatori, poi quella con la burocrazia italiana e contro il cancro. Perché la 45enne, albanese residente da 20 anni in Italia ha un permesso di soggiorno per "casi speciali" che scadrà ad ottobre. "L’anno scorso per riuscire a rinnovarlo - racconta la donna - sono dovuti intervenire i carabinieri che mi appoggiano in tutto e mi sono sempre accanto". Alla voce nazionalità, la donna ha una serie di x. Formalmente è apolide. Nessuno Stato la riconosce come cittadina, neppure l’Italia a cui questa donna è profondamente legata. Con la sua testimonianza, ha dato il via all’operazione Acheronte che ha portato all’arresto di decine di persone che l’avevano resa una schiava del sesso. In cambio le era stata promessa protezione, che non ha mai ricevuto e neppure la cittadinanza italiana.
«Per altre persone si è mosso anche il sindaco di Pavia (Fabrizio Fracassi) - aggiunge Adelina - per me nessuno. Perché e io non posso avere il diritto di diventare italiana?" Eppure la donna avrebbe bisogno della cittadinanza per avere diritto alle cure sanitarie. "Devo pagare alcuni ticket e mi devo curare - ammette tra le lacrime Adelina che, presa dalla disperazione, sta pure pensando a un gesto estremo -. Il reddito di cittadinanza mi serviva per comprarmi da mangiare e per tutte le altre spese che devo sostenere. Invece ora posso solo contare sull’aiuto dei carabinieri e delle loro mogli che, se possono, mi accompagnano ovunque. Anche a fare il vaccino che per problemi di disponibilità mi somministreranno soltanto a Broni". Per Adelina intanto è partita la catena di solidarietà, nella speranza che i problemi si risolvano e la donna possa magari anche diventare cittadina italiana.
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