L'appello delle associazioni femminili: accogliere subito le donne afghane e le bambine
Di Pietro Tabarroni
ROMA – “Chiediamo che l’Italia e l’Europa tutta agiscano tempestivamente per portare soccorso alle donne afghane, alle bambine, alle attiviste e alle donne che hanno collaborato con i paesi occidentali per combattere la violenza talebana“. Così le associazioni ‘Orlando’ (che gestisce le attività di promozione culturale del Centro delle donne di Bologna), ‘Women’ e la Casa internazionale delle donne di Roma, dopo l’ingresso a Kabul delle truppe talebane. “Assistiamo- prosegue la nota- all’avanzata dell’esercito talebano in Afghanistan mentre da Kabul invasa giungono le prime immagini e le prime notizie di terribile violenza agita contro la popolazione tutta e contro le donne in particolare”. In particolare, le attiviste per i diritti delle donne sottolineano la tragedia “delle giovani afghane cresciute nell’ultimo ventennio godendo di una serie di diritti, almeno sulla carta, tra cui quello all’istruzione e quello contro la violenza”, che in pochi giorni potrebbero perdere tutte le loro “libertà personali” e i loro “diritti fondamentali”.
Per questo “auspichiamo che vengano immediatamente attivati corridoi umanitari internazionali per mettere in salvo tutte le donne afghane e i loro eventuali bambini”, perchè in quanto “single, professioniste, insegnanti, intellettuali, artiste e attiviste” sono anche “oggetto di rastrellamenti, violenze, stupri, schiavitù sessuale e interdizioni dalle loro attività lavorative”, prosegue il comunicato. E ancora “che venga data prioritariamente assistenza alle bambine che vedono violati i loro diritti fondamentali all’istruzione, alla cura, alla tutela da ogni forma di sfruttamento sessuale e da ogni forma di violenza”.
Insomma, quello delle tre associazioni è un appello affinchè “il nostro Paese definisca nettamente una posizione di apertura e accoglienza”, da ribadire anche in Europa, “riconoscendo la gravità dell’emergenza umanitaria” che sta avendo luogo in queste ore. “Accogliamo il grido di aiuto delle nostre sorelle afghane- conclude la nota- e invitiamo tutte le associazioni di donne, i gruppi, i movimenti, le singole attiviste, le donne delle istituzioni, le artiste e le intellettuali, a firmare questa nostra richiesta indirizzata alla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese, al presidente del Consiglio Mario Draghi”.
D.I.RE: “UN REGIME BASATO SULLA SHARIA ANNULLA LE CONQUISTE OTTENUTE IN 20 ANNI”
“Le notizie che giungono dall’Afghanistan occupato dai Taleban sono molto preoccupanti per la sorte delle donne, dei bambini e delle bambine e di chiunque abbia collaborato in passato con gli occidentali e con il governo. Per questo è urgente predisporre misure per accogliere profughi e profughe, stabilendo corridoi umanitari urgenti affinché chi lo desidera possa lasciare il paese in sicurezza”. Lo chiede D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, per voce della sua presidente Antonella Veltri.
“L’instaurazione di un regime basato sulla sharia, sul terrore e sul dominio patriarcale significa di fatto la perdita di tutte le conquiste ottenute faticosamente dalle donne afghane in questi 20 anni– aggiunge Veltri- in aperta violazione dei più fondamentali diritti umani”.
“Per questo chiediamo all’Italia e all’Unione europea di agire rapidamente, aprendo canali diplomatici internazionali per cercare di prevenire quanto più possibile il rischio di violenze e abusi contro quella parte della popolazione identificata come filo-occidentale e dunque maggiormente a rischio- afferma Veltri-. La rete D.i.Re è pronta a fare la sua parte nell’ambito delle misure che il governo italiano intende prendere, per assicurare anche alle donne afghane accolte in Italia il supporto che i centri antiviolenza offrono a tutte le donne in situazione di violenza”, conclude la presidente di D.i.Re.