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Afghanistan, il premio Nobel Malala: 'Molte donne forzate a sposarsi'. VIDEO

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

L'attivista per i diritti delle donne ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nel Paese in un'intervista alla Bbc: "Temono di non poter più studiare. A molte di loro è stato chiesto di sposarsi a 12 o 15 anni". L'appello: "I Paesi aprano ai rifugiati"

La premio Nobel per la Pace e nota attivista afghana Malala ha parlato della situazione delle donne in Afghanistan in un’intervista esclusiva alla Bbc: “Sono davvero preoccupata della situazione attuale in Afghanistan, soprattutto per la sicurezza di donne e ragazze. Ho avuto l'opportunità di parlare con alcuni attivisti in Aghanistan, inclusi quelli per i diritti delle donne, e hanno condiviso con me la preoccupazione su come sarà la loro vita". L'attivista ha continuato: "Molte di loro ricordano quello che accadeva tra il 1996 e il 2001 - durante gli anni del controllo dei talebani - e temono di non poter più studiare, abbiamo già visto notizie di ragazze rimandate indietro all'università. A molte di loro è stato chiesto di sposarsi all’età di 12 o 15 anni”  (GLI AGGIORNAMENTI SULL'AFGHANISTAN LIVE - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO - CHI SONO I TALEBANI -L'ARRIVO DEGLI ITALIANI A FIUMICINO).

"Una crisi umanitaria urgente"

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Il premio Nobel, commentando quello che sta succedendo in Afghanistan, dove domenica 15 agosto le milizie dei talebani hanno preso il controllo anche della capitale Kabul, ha detto: "Stiamo vedendo immagini scioccanti sui nostri schermi. Le persone stanno scappando, stanno cercando modi per mettersi al sicuro. Ci si accorge che questa è davvero una crisi umanitaria urgente". Per l'attivista, è il momento che i leader delle potenze mondiali, soprattutto Stati Uniti e Regno Unito, lavorino per proteggere i civili e chi scappa dall'Afghanistan: "I Paesi devono aprire i loro confini ai rifugiati afghani". 

Malala Yousafzai

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Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, è entrata nel mirino dei talebani a 15 anni, per aver parlato apertamente del diritto delle donne a ricevere un'educazione adeguata. Nata in Pakistan, fu colpita da spari alla testa durante un agguato da parte dei talebani nel 2012. Per l'assalto, un militante salì sull'autobus che la stava portando a scuola e le sparò, ferendo anche due sue compagne di classe. Sopravissuta alle ferite, si è trasferita con la famiglia a Birmingham, nel Regno Unito, dove ha studiato a Oxford e da dove ha continuato a battersi per i diritti delle donne.

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