Joe Kennedy, il pronipote di JFK che stasera sfiderà Trump
Capelli rossi, lentiggini, occhi azzurri. L’ultimo dei Kennedy in campo contro Donald Trump. Il partito democratico ha affidato il contro discorso sullo «Stato dell’Unione» al deputato Joseph «Joe» Kennedy III i, figlio del parlamentare Joe Kennedy II, nipote di «Bob» Kennedy e pronipote del presidente John Fitzgerald Kennedy. Oggi, 30 gennaio 2018, alle ore 21 americane (le tre del mattino in Italia) «Joe», nato a Boston 37 anni fa, parlerà alla tv, mentre Trump si presenterà davanti al Congresso.
La prima prova
È una prova importante, anzi la prima occasione per salire sulla ribalta nazionale, dopo cinque anni a Capitol Hill vissuti da leader apprendista. Joe ha studiato ingegneria gestionale all’Università di Stanford, in California. Ha poi trascorso un periodo di servizio civile nella Repubblica Dominicana, lavorando con i Corpi di Pace. Rientrato negli Stati Uniti si è iscritto alla Harvard Law School, dove ha frequentato i corsi di Elizabeth Warren, poi diventata senatrice dell’ala più liberal dei democratici. Ad Harvard ha conosciuto la sua futura moglie Lauren Anne Birchfield, con cui oggi ha due figli.
La scelta della politica
Nel 2012, a trentadue anni, decide di mettersi in cammino sul sentiero di famiglia. La politica, la candidatura al Congresso. Si presenta nel suo Stato, il Massachusetts, Distretto numero 4, dove i Kennedy dominano senza discussione. A gennaio del 2013 eccolo pronto per il giuramento. Si impegna in due commissioni, alternando la concretezza di «Scienza e tecnologia», con le grandi questioni degli «Affari esteri», «Pace o di Guerra» come diceva John Kennedy.
Le due Americhe
Stasera si confronteranno a distanza due visioni del «sogno americano». Il presidente insisterà sul boom della Borsa, gli investimenti delle aziende, i posti di lavoro. Joe sulla nozione più ampia di America, sui suoi doveri mondiali per la salvaguardia dell’ambiente, della pace. E poi i «Dreamers», i figli degli immigrati irregolari, il Muro, l’Obamacare, i diritti delle donne. La replica al presidente è una grande opportunità, ma anche un possibile rischio.
Rischi (e opportunità)
Nel 2013 la performance del senatore repubblicano Marco Rubio non fu apprezzata dalla Rete. L’anno scorso, invece, la governatrice della South Carolina, Nikki Haley, risultò molto più convincente e cominciò da lì la scalata nazionale, fino a diventare Ambasciatrice americana all’Onu.
30 gennaio 2018 (modifica il 30 gennaio 2018 | 18:26)
© RIPRODUZIONE RISERVATA