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Donne, il lungo percorso dell'emancipazione dove c'è fame e pochi diritti

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

ROMA - Oggi pomeriggio si è svolto un seminario su "Genere sicurezza alimentare e microfinanza" nell'ambito dell'Expò di Milano, all'interno della Fondazione Triulza organizzata da Fondazione Pangea e Un Raggio di Luce, all'interno dei seminari su "Finance For Food, Microfinanza e finanza sostenibile per il diritto al cibo" di RITMI rete italiana di microfinanza e Forum per la finanza sostenibile. Ne parliamo con Simona Lanzoni vicepresidente della Fondazione Pangea.

Si parla spesso di donne, povertà, fame, ma quante sono le donne nel mondo esattamente?

In realtà, le donne nelle rilevazioni statistiche dei Pesi spesso sono "contabilizzate" nell'ambito del nucleo familiare, quindi una reale fotografia della situazione è difficile darla. I più recenti dati dell'UNDP (il programma di sviluppo delle Nazioni Unite) riportano che su 10 poveri, 6 sono donne e i divari di genere rimangono consistenti.

Ma perché le donne sono tra le ultime?

Perché le società, in generale e a livello globale, si aspettano dal genere femminile che assicurino la riproduzione della specie, il lavoro di cura, in primo luogo verso la figliolanza, gli anziani e i malati, nonché della casa, e si occupino della sicurezza alimentare di tutta la famiglia, siano esse in aree rurali che urbane. Da questa separazione di compiti tra donne e uomini, nasce una differenza profonda nell'accesso al mondo del lavoro, all'istruzione, ai tempi dedicati alla propria cura e ai propri bisogni, oltre che alla partecipazione alla vita sociale, culturale, economica e politica. Quindi, le donne lavorano ma guadagnano di meno, sono più presenti nei lavori precari e informali, ciò non permette di accumulare soldi, proprietà, e quindi garantirsi l'autonomia economica e finanziaria che le libera dai ruoli sociali determinati.

Dunque, nessuna speranza?

Non ho detto questo, dico che per accedere alle risorse produttive, al credito, al reddito da lavoro, al tempo, per decidere in autonomia, le donne devono avere una buona dose di determinazione, oltrepassare le attese sociali, garantire comunque il benessere familiare, superare una serie di substrati culturali e comportamentali discriminanti, palesi o impliciti, e/o leggi che ne impediscono l'azione. Se ciò non avviene, l'insieme degli ostacoli e delle ineguaglianze di genere presenti in una società in un determinato momento, espongono le donne a povertà, a processi d'impoverimento e d'isolamento sociale maggiori rispetto a quelli vissuti dagli uomini. La povertà femminile, sia essa economica, culturale o decisionale, rischia maggiormente di trasmettersi sui figli, perpetuandola.   

Pangea, il 14 maggio è a Expò, alla fondazione Triulza in un seminario su donne sicurezza alimentare e microfinanza, perché mettere insieme questi tre temi?

Il tema è importante, Fondazione Pangea ha lavorato in diversi paesi tra cui l'Afghanistan,  l'India e il Nepal applicando metodi di microfinanza che permettessero alle donne di sviluppare la loro emancipazione, quindi non solo soldi ma cambiamento interiore, con una maggiore fiducia in se stesse, nella loro famiglia e nella comunità. Sia che si trovino in contesti rurali o urbani, la sicurezza alimentare diventa un indicatore immediato e svela che sta lavorando bene. Infatti, riescono a garantire migliore qualità e maggiore quantità di cibo a se stesse e alla famiglia. L'alimentazione incide subito sulla condizione di salute, stanno meglio, iniziano a pensare al futuro, all'educazione, a come ci si comporta nelle relazioni in famiglia ... Il meccanismo di emancipazione è avviato, ma va seguito e accompagnato con altre attività, oltre il lato finanziario. Infatti tutto si rende sostenibile nel tempo solo se si affianca un accompagnamento alla conoscenza della propria salute, dell'igiene, dei propri diritti e libertà. Iniziamo dalla capacità di risparmiare e di investire nelle piccole imprese locali avviando poi percorsi virtuosi di miglioramento della condizione delle donne e con loro dell'intera famiglia e comunità, ma che si trovino in contesti rurali od urbani, e la sicurezza alimentare diventa un indicatore anche nel tempo.  

Ma come la mettiamo con gli scandali che hanno segnato il microcredito? Abbiamo letto che il microcredito è in crisi, che in fondo è un business come un altro.

Concordo, ma sono in pochi ancora a saperlo, tutti sono rimasti al sogno del microcredito come un efficace strumento di lotta alla povertà e di contrasto all'esclusione finanziaria e sociale, da Yunus in Bangladesh, ma oggi di strada ne ha fatta. Il microcredito dopo il 2008 a livello mondiale ha trovato difficoltà a mantenere la sua "aria umana" e sempre di più le Istituzioni di Microfinanza sono aggressive nel voler creare il loro mercato e la propria sostenibilità. Quindi si rivolgono sempre meno alle persone povere, perché è troppo rischioso, e sempre di più guardano ad una classe sociale media in grado di restituire il prestito chiesto.  

Quindi anche voi

Noi di Fondazione Pangea operiamo diversamente, siamo no profit e ci interessa che ad essere sostenibili prima di tutto siano le persone, a partire dalle donne. Sapere che per pagare il microcredito sono avvenuti suicidi è un orrore. Il microcredito e chi lo fa sono una parte del percorso, ma non l'obiettivo in sé. Lavoriamo con un microcredito olistico, per avviare un processo di emancipazione, perché avere più soldi in tasca, di per sé, non preserva dalla malnutrizione, dall'ignoranza, dal poter realizzare i propri diritti e le libertà. Per questo oggi, 14 maggio ne parliamo con la nostra collega indiana Smita Premchander di Sampark, e con altre realtà, Un Raggio di Luce, IFAD, la Tulane University che da 5 anni fa approfondimenti proprio su questo tema in Italia con un master specifico su genere e sicurezza alimentare. Questo è il primo di una serie di appuntamenti su argomenti diversi che realizzerà RITMI, la rete italiana per la microfinanza e il Forum della Finanza sostenibile con la fondazione Triulza.

Mi faccia un esempio

In India grazie al lavoro di risparmio e poi di credito le donne nel tempo si sono costituite da gruppi a cooperative di risparmio e credito e poi hanno creato federazioni di cooperative. Oggi ci sono oltre 13mila donne, hanno iniziato in 3000 nel 2007 gestendo i propri risparmi e migliorando la catena alimentare, oggi decidono dove comprare un pezzo di terra da coltivare e da far ereditare alle proprie figlie e figli. Inoltre, con una parte dei loro interessi, danno borse di studio per educare i figli delle donne più povere, per assicurare che le donne accedano alle pensioni, alle cure mediche garantite dallo stato durante la gravidanza, insomma hanno affiancato ad un puro lavoro microfinanziario anche servizi sociali ed educativi. Ciò è stato possibile perché Pangea ha supportato la formazione di donne leader e del gruppo per diversi anni, è stata una grande scommessa, ma è un percorso completamente diverso dalle istituzioni di microfinanza che dopo sei mesi un anno chiudono il credito e se ne vanno e non lasciano niente dietro a se stesse. In questo caso invece le donne sono all'interno di cooperative di risparmio e credito e costruiscono il proprio futuro e sostenibilità finanziaria.

 

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