I motivi per cui Jane Austen è un'icona femminista
Jane Austen è, senza dubbio, una delle autrici più conosciute e amate del panorama letterario mondiale. Nata il 16 dicembre 1775, negli ultimi anni è stata protagonista di una sorta di ‘revival’: le sono state infatti dedicate la banconota da 10 sterline e non una, ma due statue (una nella città natale di Basingstoke, l’altra a Bath). Se parliamo di femminismo, però, Jane Austen non è certo il primo nome che viene in mente. Le protagoniste dei suoi romanzi vivono infatti esistenze convenzionali, e anche nella sua stessa vita (durata appena 42 anni) non si registrano grandi sussulti girl power. Tutto questo, però, solo a prima vista. Ecco perché «l'artista più perfetta tra le donne», come la definì Virginia Woolf, può a pieno diritto essere considerata un’icona femminista.
EROINE FIGLIE DELLA LORO EPOCA
In ottica femminista, il grande merito di Jane Austen è innanzitutto quello di aver pubblicato romanzi in cui sono protagoniste proprio le donne. Le sorelle Dashwood di Ragione e sentimento, le Bennet di Orgoglio e pregiudizio, la snob Emma Woodhouse: tutti personaggi femminili con l’unico grande obiettivo di trovare marito, potrebbero obiettare i detrattori. Vero, ma fino a un certo punto. Jane Austen raccontò nei suoi romanzi la società che conosceva e in cui viveva, in cui senza dubbio le donne occupavano una posizione subordinata rispetto agli uomini. Tuttavia, i suoi personaggi femminili cercano di ottenere il meglio dalle circostanze in cui si trovano, battendosi per il loro diritto alla felicità (e a prendere decisioni): se Elinor Dashwood e Lizzy Bennet oggi non ‘suonano’ così femministe, a inizio Ottocento sono state percepite in modo diverso.
UNA DONNA DA SCELTE RADICALI
Non dobbiamo infatti dimenticare che il concetto di femminismo è molto fluido, dinamico, in costante evoluzione. A inizio Novecento, le femministe si battevano per il suffragio universale. Dopo la Seconda guerra mondiale, hanno rivendicato il loro diritto al lavoro, e non solo alle faccende domestiche. Oggi lottano invece per la parità salariale e contro la violenza di genere. All’epoca di Jane Austen, scrivere e pubblicare romanzi (sebbene con lo pseudonimo A Lady) per una donna era un atto radicale, decisamente femminista. Anche se non fu la prima autrice pubblicata in Inghilterra (l’opera di filosofia femminista La Rivendicazione dei diritti della donna era già stata data alle stampe da Mary Wollstonecraft nel 1792), in fondo è stata proprio Jane Austen a sdoganare la figura della romanziera. Non solo: l’autrice di Orgoglio e pregiudizio non si sposò mai, sfidando con orgoglio ogni pregiudizio della società in cui viveva.
ICONA PER LE SUFFRAGETTE
Femminista ante litteram («Niente donne perfette, per favore. Come sai, mi danno il volta stomaco», scrisse in una lettera inviata alla nipote Fanny), fu scelta come simbolo del girl power dalle suffragette che il 21 giugno 1908 invasero le strade di Londra. La maggior parte degli striscioni utilizzati durante la Women's Sunday recavano i nomi delle città di origine delle manifestante, arrivate in treno nella capitale inglese: Liverpool, Manchester, Sheffield, Leeds, Hull, Birmingham e Bristol. Le organizzatrici realizzarono anche alcuni stendardi, con i nomi importanti ‘donne pioniere’: tra esse figurava anche la femminista Jane Austen.
I ROMANZI E LA SUA VITA AL CINEMA
La vita fuori dal comune di Jane Austen è diventata anche una graphic novel e, se le protagoniste dei suoi romanzi sono state impersonate al cinema da attrici come Kate Winslet, Gwyneth Paltrow e Keira Knightley, lei stessa è stata interpretata sul grande schermo da Anne Hathaway nella pellicola biografica Becoming Jane - Il ritratto di una donna contro, incentrata sul suo rapporto con Thomas Langlois Lefroy. L’amore della sua vita ma che, come sappiamo, non sposò mai.