"Perché diciamo NO al Fertility Day"
di Laura Onofri
La Giornata per l'informazione e formazione sulla fertilità umana, il cosiddetto Fertility Day, ha sollevato numerose polemiche fra associazioni, comitati, media, reti informali della società civile, ma anche fra singole donne. Noi di Se Non Ora quando? abbiamo rilevato in questa campagna tutte le contraddizioni del nostro Paese rispetto ai diritti delle donne. È anacronistica la concezione del ruolo delle donne, da cui traspare l’ideale materno come subordinato al benessere sociale e non come progetto di libertà personale. Lo stesso stereotipo che spiega il basso tasso di occupazione femminile, la disparità salariale, la rappresentazione del corpo e del ruolo delle donne nei media.
I messaggi proposti dalla campagna sono ai confini del bullismo mediatico: frasi come “La bellezza non ha età, la fertilità sì” o “Datti una mossa! non aspettare la cicogna” o ancora “Il rinvio alla maternità porta al figlio unico. Se arriva” sono inaccettabili, offensive e ripropongono stereotipi che un governo dovrebbe impegnarsi a superare e non a promuovere.
Abbiamo quindi lanciato una petizione per chiedere la revoca del Fertility Day del 22 settembre e il riesame del "Piano Nazionale per la Fertilità" che, pur contenendo aspetti positivi sull'infertilità, da valorizzare, non comprende linee guida per un efficace potenziamento dei servizi socio-sanitari a tutela dei diritti sessuali e riproduttivi.
Un approccio così ideologico inevitabilmente fa emergere aspetti discriminatori e non coerenti con gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile proclamati dall’ONU per garantire non solo i diritti riproduttivi, ma anche quelli sessuali, e riaffermare l’accesso alla contraccezione, all’interruzione di gravidanza, alla rete dei consultori e alla procreazione medicalmente assistita.
Nella petizione sottolineiamo che un tema fondamentale e delicato come quello della salute riproduttiva è trattato in modo inadeguato, allarmistico, offensivo della dignità della persona e ci auguriamo che il Governo colga questa occasione per un confronto serio e costruttivo con le associazioni e la società civile per ridefinire il Piano che deve ricomprendere gli aspetti d’interesse generale sulla salute sessuale e riproduttiva e adeguate politiche a sostegno della genitorialità.
Hanno subito aderito e dato il loro contributo alla stesura dell’appello personalità come la sociologa Chiara Saraceno, la ricercatrice Istat Linda Laura Sabbadini, Antonella Anselmo, Daniela del Boca, Cristina Obber, Rosanna Oliva, Tullia Todros, Pia Locatelli, Loredana Taddei e associazioni quali Telefono Rosa, Noi Rete Donne, D.iR.E Donne in Rete contro la violenza, Pari o Dispare, Aspettare Stanca, Donne in quota, l’Associazione Nazionale Atlete Assist e tante altre.
Le donne sono in movimento per chiedere con fermezza dignità, libertà, futuro. Se Non Ora Quando?
Per leggere, firmare e condividere la petizione di Laura, basta cliccare QUI