Stampa

Piccole storie di grandi parmigiane / 22

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

image
image
image
image

Piccole storie di donne parmigiane - alcune note, altre no - che hanno fatto un pezzetto della nostra storia. Oggi il ventiduesimo degli appuntamenti settimanali che abbiamo voluto dedicare alle parmigiane di un passato più o meno recente, celebrandole sul nostro sito e raccontandole grazie al prezioso lavoro di Fabrizia Dalcò, che proprio a loro ha dedicato "Il dizionario biografico delle parmigiane", da cui queste schede sono tratte e che è stato voluto dalla Provincia di Parma. Ecco le tre protagoniste della settimana.

Venturini PierangelaParma 20 dicembre 1933 - 26 aprile 2007Avvocato, figlia di Paolo. Abbracciò la professione forense alla fine degli anni Cinquanta, quando il settore era predominio quasi esclusivo degli uomini e a Parma erano solo tre le donne avvocato. Iscritta all’Albo degli Avvocati di Parma dal 1960, partecipò a gruppi di studio e di ricerca sulla riforma del diritto di famiglia: si specializzò in questa materia, diventando un punto di riferimento sia a livello nazionale sia a Parma, dove la sua esperienza ha fatto scuola. Fu capace di proporre una visione del diritto in cui la differenza tra donne e uomini, e la considerazione delle loro diverse istanze, non scardina ma anzi rende efficace il principio dell’uguaglianza dei cittadini e delle cittadine di fronte alla legge. Protagonista di tante battaglie per la difesa dei diritti delle donne e dei minori, s’impegnò anche nella vita politica cittadina e, dal 1980 al 1990, fu consigliere comunale. Nel 1985 fu tra le fondatrici dell’Associazione Centro Antiviolenza di Parma per donne maltrattate o che hanno subito violenza e ne diventò Presidente. Il suo impegno per la difesa e l’affermazione dei diritti delle donne fu costante anche a livello nazionale: nel 1994 ha fondato l’Associazione Nazionale Forum Donne Giuriste ed ha fondato la sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Forense. Sposò l’architetto Aurelio Cortesi: dall’unione nacquero due figlie, Isotta e Cecilia.Fonte: notizie fornite dalla famiglia.

Magawly Cerati di Carly Giulia1920 - Reggio Emilia 6 agosto 2012Insegnante. Donna di grande cultura, per trent’anni fece parte del gruppo archeologico dell’Emilia Occidentale con sede a Parma. Insegnò lettere a Reggio Emilia e alla Scuola Media Parmigianino di Parma. Prima ancora fu lettrice di italiano all’Università di Dublino dove conobbe il marito Leons Metnieks, profugo lituano e astrofisico, docente di Fisica dell’atmosfera nell’Ateneo di Parma: dall’unione nacque il figlio Patrizio. Sepolta a Reggio Emilia, era legatissima a Parma non solo perché in città visse ed insegnò, ma anche per il cognome: i Magawly dopo essere fuggiti dall’Irlanda trovarono rifugio in città presso Francesco Farnese ed entrarono a far parte della compagna delle guardie irlandesi. A Parma possedeva anche palazzo Magawly in strada del Conservatorio, poi venduto al termine della seconda guerra mondiale. Negli ultimi anni cedette alla Fondazione Cariparma alcuni cimeli di famiglia e diede parte dell’archivio di famiglia al Museo Glauco Lombardi.Bibl.: Addio a Giulia Magawly erede dei re d’Irlanda, Gazzetta di Parma, 10 agosto 2012, p 12.

De Pellegrin LetiziaBelluno 6 agosto 1927 - Parma 23 febbraio 2012Religiosa e cuoca. Entrò a vent’anni nelle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Durante il tempo della formazione si cimentò nel lavoro di cucina presso i Padri Saveriani, a Scandiano, in Seminario a Carpi. Poi prese il volo verso comunità fuori dell’Italia. Dal 1959 al 1970 fu a Carcassonne in Francia, dove al servizio di cucina collegava anche l’assistenza agli anziani della Clinica. Dal 1970 fino al 1983 fu a Manresa in Spagna, come responsabile della cucina, riscuotendo sinceri consensi dagli ospiti dell’Ospedale, che tanto apprezzavano il menù all’italiana. Dal 1984 al 1986 fu alla Clinica Santa Chiara a Locarno e, dal 1986 al 1988 ad Appenzell, dove la cucina non era più per i malati, ma per i bambini. Infine, dal 1988 al 2010, tornò in Italia e si dedicò con altrettanto amore agli ospiti di Villa San Bernardo e di Villa Sant’Ilario a Porporano. A riprova dell’indice di gradimento e per la valorizzazione del suo servizio, nel 2010, il Centro Emmaus pubblicò un opuscolo dal titolo I peccati di gola di Sr. Letizia, in cui sono raccolte tutte le ricette da lei create o modificate nei lunghi anni di esperienza a livello europeo.Bibl.: Magri D., Vescovi, preti, suore, amici, Donati, 2012, pp. 61-62.

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna