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50 anni di contraccezione legale, una questione di diritti e di salute delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

PROPRIO mentre la scuola è nell’occhio del ciclone per i ritardi didattici causati dal Covid-19, arriva un altro dato poco confortante. Mentre in Europa l’educazione sessuale e? materia scolastica dal 1955 in Svezia, dal 1970 in Austria, dal 1995 in Germania, dal 2001 in Francia, dal 2017 nel Regno Unito, in Italia si registra ancora totale assenza di informazione sulla sfera della sessualità nei programmi scolastici. Infatti, l’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze ricerca online le informazioni di cui ha bisogno sulla salute sessuale e riproduttiva. Sono alcuni dei dati che arrivano dall’Associazione Italiana per l’Educazione demografica (Aied) in occasione di una data storica. Mercoledì 10 marzo, infatti, saranno passati cinquant’anni dalla decisione che per la prima volta permetteva alle italiane di utilizzare la pillola anticoncezionale e di autodeterminare così le proprie scelte di maternità e la propria sessualità.

Un anniversario storico

 

Con una sentenza della Corte costituzionale, il 10 marzo 1971 veniva abrogato l’art. 553 che vietava e puniva "la propaganda dei mezzi atti a impedire la procreazione", prevedendo un anno di reclusione per chi si fosse reso responsabile del reato di “propaganda”, ma anche dell’utilizzo dei contraccettivi. Si celebrano quindi cinquant’anni del diritto alla liberta? di scelta, per le donne e le famiglie: liberta? di autodeterminazione della genitorialità e della sessualità. Eppure, nonostante questa importante conquista, manca ancora tanta strada da fare.

Secondo l’Atlas europeo 2020 (che ha misurato l’accesso alla contraccezione in 45 Stati dell'Europa geografica), la pratica della contraccezione ormonale in Italia - che include pillola, cerotto contraccettivo, anelli, spirali medicate – ci colloca in 26esima posizione, molto distante da Gran Bretagna, Francia e Spagna, e molto più vicino a Paesi come la Turchia e l’Ucraina.

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I ritardi sull’educazione

 

Ma il gap che pesa di più è quello educazionale. L’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze ricerca online le informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva. In Italia si registra ancora totale assenza di informazione sulla sfera della sessualità nei programmi scolastici. Come noi, in Europa, solo Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Cipro e Lituania. Inoltre, il 68% dei ragazzi e il 76% delle ragazze non si si è mai rivolto a un Consultorio. “All’alba del terzo millennio, in Italia c’e? un traguardo sul quale aggregare l’impegno di tutti”, dichiara il presidente Aied Mario Puiatti - ed e? l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva come materia di insegnamento sui banchi di scuola. Siamo ormai il fanalino di coda in Europa. Siamo del tutto inadempienti rispetto agli standard europei che seguono linee guida Oms in materia di modalità formali per l’educazione sessuale, affettiva ed emotiva dei giovani nelle scuole. Alle nostre figlie, e ai nostri figli non restano che i modi “informali”: le informazioni che arrivano da amici o genitori, più spesso dal web e ovviamente anche dai siti pornografici”.

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L’evoluzione della contraccezione

 

In Italia, la "rivoluzione contraccettiva" resta in fase di compimento e la scelta di metodi contraccettivi più moderni fatica a radicarsi. Una persona su 4 sceglie il coito interrotto, anzichè sistemi anticoncezionali medico-scientifici, per esplicare le sue scelte di genitorialità (dati Istat). Le donne e le ragazze di oggi non hanno la consapevolezza del potere dirompente che ha avuto la contraccezione nella storia femminile, ma la considerano qualcosa di scontato. Invece, è stata una vera rivoluzione che tra l’altro si è evoluta nel tempo: “Oggi abbiamo a disposizione molti più prodotti per la contraccezione perché grazie ai progressi scientifici è stato possibile mettere a punto soluzioni che aumentassero sempre di più la sicurezza e contemporaneamente la facilità d’uso”, dichiara Rossella Nappi, ordinaria di ostetricia e ginecologia presso il Dipartimento di Scienze Clinico-Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell'Università degli Studi di Pavia. Oggi, infatti, non esiste una sola pillola contraccettiva ma un ventaglio di possibilità caratterizzate da dosaggi e vie di somministrazione diverse: “Oggi è possibile personalizzare la scelta del metodo contraccettivo mettendola al servizio della donna”, continua la ginecologa che aggiunge: “Oltre a pillole con dosaggi diversi, oggi si può scegliere di fare contraccezione con l’anello vaginale, gli impianti sottocutanei o un cerotto transdermico scegliendo in base alle esigenze della donna”.

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Uno strumento di salute

 

Contraccezione, però, non significa soltanto prevenire una gravidanza indesiderata ma molto di più: “Tra le donne - prosegue Nappi - c’è scarsa consapevolezza del fatto che la contraccezione serve anche a prevenire alcune patologie. Si parla spesso dei possibili effetti collaterali di una pillola contraccettiva, ma si dice poco che si tratta di un grande strumento di prevenzione, per esempio, del tumore dell’ovaio e dell’endometrio”.

Purtroppo, gli ultimi dati disponibili confermano che l’utilizzo della contraccezione non è poi così diffuso in Italia: si stima, infatti, che solo il 15% delle donne in età fertile dai 18 e i 39 anni faccia uso di contraccezione sicura ma spesso non si tratta di un uso continuativo. “C’è un grande lavoro da fare per far capire che la contraccezione rappresenta una modalità di approccio alla femminilità intesa come forma di prevenzione e cura della salute biologica delle donne”, dichiara Nappi.

Contraccezione e Covid

 

La pandemia ha avuto un impatto anche sulla contraccezione e non soltanto perché è stato più difficile andare dal medico, ma perché alcuni mesi fa uno studio diffuso dalla Endocrine Society aveva ipotizzato che il Covid-19 potesse aumentare il rischio di coagulazione del sangue nelle donne gravidanza o in quelle che assumono estrogeno per il controllo delle nascite o che sono sottoposte a terapia ormonale sostitutiva. Per fare chiarezza a riguardo, la Società Italiana della Contraccezione (Sic) ha emanato delle raccomandazioni stabilendo che le donne che utilizzano una contraccezione progestinica (sia orale che Larc: intrauterina e impianto), possono continuarla, sia che siano asintomatiche che sintomatiche sospette.

Non c’è motivo di rimuovere un Larc, anche in presenza di sintomi più importanti. Stessa raccomandazione se si utilizza la contraccezione estro-progestinica (pillola, anello vaginale, cerotto): “Nelle donne asintomatiche, presumibilmente sane, che già la utilizzano, in assenza di disturbi particolari, si consiglia di non interrompere e di continuare l’assunzione per evitare gravidanze indesiderate”, chiarisce Nappi che aggiunge: “Anche in caso la donna sia Covid-positiva e asintomatica, se non ha particolari rischi trombotici si consiglia di continuarne l’uso per evitare insorgenza di gravidanze che in questo momento potrebbero creare ulteriore ansia relativamente agli effetti non ancora del tutto noti dell’infezione sull’andamento della gravidanza”.

Il fotoromanzo "di servizio". L'orgasmo viene chiamato "piacere supremo"

 

Nel lontano 1971, in assenza di un impegno pubblico a favore della libertà di scelta per le donne, Aied varò il primo fotoromanzo italiano "di servizio" dal titolo "Il segreto" che fu affidato all’attrice Paola Pitagora, la Giulia dei "Pugni in tasca" di Marco Bellocchio. Nella prima scena al marito che, seduto su un letto in disordine, esclamava contrariato: "Cosi? non si può andare avanti! Quando ti abbraccio sei sempre fredda, svogliata", Paola Pitagora rispondeva: "Come potrei essere diversa? Sempre con l’angoscia di restare inguaiata ... E poi tu t’interrompi sempre sul più bello".

In un fotogramma successivo i due sono nuovamente a letto, sorridenti, appagati. Finalmente, esclama lei, ho potuto "abbandonarmi a te senza timore e gustare per la prima volta il piacere supremo". L’orgasmo allora era un termine ancora quasi proibito in bocca a una donna, tant’è vero che lo sceneggiatore lo addolcì con una perifrasi enfatica.

Il cartoon celebrativo #lapillola50

 

Ma visto che la strada da percorrere è ancora lunga, Aied riparte con la sua campagna di sensibilizzazione in tutta Italia sui temi della maternità consapevole: alle ore 12 di mercoledì 10 marzo, giorno dell’anniversario, caricherà sulla sua pagina Facebook il cartoon celebrativo #lapillola50, realizzato da due giovani artiste, Nadia De Velo e Silvia Ferrari, utenti dei consultori Aied: un racconto d’animazione che si rivolge alle giovani e ai giovani di oggi, per ripercorrere la conquista di 50 anni fa. Ma l’intero mese di marzo 2021 sarà targato Aied: uno sforzo supplementare di informazione e sensibilizzazione, con la campagna coordinata dalla pubblicitaria Paola Russo, caratterizzerà le iniziative della storica Associazione, da 68 anni in prima linea per i diritti civili delle italiane, e degli italiani. Tappa di riferimento, martedì 30 marzo alle 18, sarà il Blister 21 Talk, un evento digitale al quale sono invitate donne e uomini, ragazze e ragazzi di ogni latitudine, per un confronto aperto sui temi dell’educazione sessuale, affettiva ed emotiva rivolta all’adolescenza.

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