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Belle, nere e combattive: quattro amiche in tv alla conquista di Harlem

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

New York – Prendi quattro donne, in cerca sì dell’uomo dei sogni, ma anche e soprattutto della carriera, amiche inseparabili, divertenti, eccentriche, attente alla moda e radicate a New York. Rendile protagoniste di una serie televisiva e no, non ne esce “Sex & the city”, ma “Run the world”, la nuova serie al via su Starzplay da oggi.

Mandato il soffitta il vecchio concetto del “dating”, ossessione delle quattro protagoniste del telefilm che ha segnato la storia della generazione al femminile degli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, la serie riscrive i parametri del gentil sesso fin dal titolo, quel “Run the world” che inneggia alla conquista del mondo cui aspirano le quattro amiche, tutte di colore, e residenti non più tra le mura eleganti di Manhattan, ma nella vita vera di Harlem.

Il trailer (in inglese)

Creata da Leigh Davenport, anche produttrice esecutiva insieme alla showrunner Yvette Lee Bowser, la serie, che avrà come guest star Rosie O’Donnell, vede protagoniste Amber Stevens West nei panni di Whitney, una perfezionista che nella vita ha il culto del rispetto delle regole, Andrea Bordeaux nel ruolo di Ella, un'audace romantica, in cerca del suo posto nel mondo, Bresha Webb (Renee), una energica primadonna con una carriera apparentemente in ascesa e in procinto di divorziare e Corbin Reid (Sondi), un’aspirante romanziera che inizia a mettere in dubbio sia la sua carriera che le priorità personali.

«Sono quattro donne coraggiose, audaci, che non esistono solo in relazione a un uomo» sottolinea Amber Steven West «Whitney è sempre stata una seguace delle regole, ambiziosa, intelligente, impegnata e leale: ha fatto le cose giuste, sta finalmente realizzando il suo sogno, anche se sa di essersi persa un po’ di divertimento nella vita».

Profondamente diversa Sondi, pronta a combattere per i diritti delle donne, soprattutto di colore, “matrigna” agguerrita della figlia di un compagno molto più grande, un professore stimato, un’ombra forse per la sua integrità di donna libera e indipendente.

«È un uomo che ha molto potere su Sondi» dice Corbin Reid «Lei si affida a lui per la sua professionalità, per la sua conoscenza, ma è insicura, oppressa da una società che in certe situazioni si chiede sempre se stai con qualcuno perché cerchi di ottenere una promozione, un favore o se invece si tratta di un sentimento reale. Il mio personaggio ha in qualche modo paura di questo, per cui si sforza di essere perfetta, ma nessuno può esserlo davvero».

Commedia divertente e sofisticata, "Run the world” non seppellisce le quattro ragazze di “Sex & the City”, semplicemente rinasce dalle loro ceneri, infilando nel racconto anche la complessa questione del colore della pelle nell’America moderna.

«La differenza maggiore sta nel fatto che “Sex & the City” era incentrata sugli appuntamenti, su come quelle quattro donne tribolassero ogni volta che ne avevano uno» sottolinea Amber Steven West «“Run the world” è incentrata invece su un forte senso dell’amicizia, di cosa significhi vivere a trent’anni oggi a New York per quattro ragazze di colore. Le nostre protagoniste inseguono ciò che vogliono nella vita, senza scusarsi, sostenendosi a vicenda, mettendo le loro amicizie e i loro desideri al centro, prima degli uomini, non cercano di cambiare loro stesse per adattarsi a un uomo, ma anzi fanno il contrario».

«Nella nostra serie si vede la pienezza delle vite delle quattro protagoniste» aggiunge Corbin Reid «Certamente tutte le donne vivono le loro relazioni sentimentali, con le loro complessità, ma è solo un aspetto marginale, non è il fulcro del racconto».

Ad aiutarle a districarsi nella giungla quotidiana c’è la dottoressa Nancy Josephson (Rosie O’ Donnell), terapista sfacciata e sboccata, una severa consigliera che sfida le quattro donne ad assumersi la responsabilità delle loro azioni e ad acquisire nuovi strumenti per la risoluzione dei problemi. «Credo che il pubblico si divertirà molto a guardarla, sarà un po’ come bere un bicchiere di limonata, con quel gusto un po’ aspro» conclude Reid «C’è la commedia, ma anche il lato drammatico, ci sono bei vestiti e una bellissima città come New York, ma soprattutto c’è il messaggio positivo di una storia di amicizia tra belle persone, un ritratto positivo di quattro meravigliose donne». 

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